Frequenza di rimbalzo: cos’è e come migliorarla

frequenza di rimbalzo ga4

La frequenza di rimbalzo, o bounce rate, è uno dei parametri più discussi nel mondo del digital marketing e della SEO. Nonostante non sia un fattore di ranking diretto per i motori di ricerca, è un parametro che indica la qualità di un sito web.

Analizzare periodicamente il valore indicato dal bounce rate è importante perché ci fornisce preziose informazioni sull’esperienza utente e sulla pertinenza dei contenuti, oltre al comportamento degli utenti durante la navigazione del sito.

Cos’è la frequenza di rimbalzo?

La frequenza di rimbalzo è un indicatore che misura la percentuale di visitatori che lasciano una pagina web senza compiere ulteriori azioni come visitare altre pagine del sito.

Un “rimbalzo” si verifica quando un utente entra in una pagina e poi esce dal sito senza visualizzare altre pagine.

In inglese lo conosciamo con il nome di bounce rate ed è un dato che ci indica se un utente, in una singola sessione, visita altre pagine oppure esce subito dopo averne visitata soltanto una.

È un valore espresso in percentuale, che va da 0% a 100%, dove 0 è un valore positivo, mentre 100 è negativo.

Come calcolare il bounce rate: formula matematica

Il bounce rate su Google Analytics 4 (GA4) è calcolato in modo diverso rispetto alla versione precedente (Universal Analytics).

In GA4, la frequenza di rimbalzo è la percentuale di sessioni senza alcuna interazione (come una conversione o un clic su un link) rispetto a tutte le sessioni.

Come precisa Google, una sessione di coinvolgimento deve soddisfare almeno uno dei seguenti criteri:

  • Dura più di 10 secondi
  • Include un evento di conversione
  • Registra almeno due visualizzazioni di pagina o di schermata

Mentre il tasso di coinvolgimento è la percentuali di sessioni che registra un coinvolgimento/interazione, la frequenza di rimbalzo è esattamente l’opposto, ovvero una sessione senza coinvolgimento.

Nel seguente calcolo, dalle sessioni di rimbalzo (bounced sessions) vengono escluse le sessioni di coinvolgimento (engaged sessions).

Formula per calcolare il Bounce Rate su GA4

( Sessioni di rimbalzo senza interazioni/N. totale sessioni )x 100= % bounce rate

Esempio: Il sito riceve 1000 sessioni totali in un giorno, di cui 200 sessioni non hanno avuto interazioni. Il bounce rate è del 20%.

Puoi monitorare la frequenza di rimbalzo tramite strumenti di analisi web come Google Analytics. Con l’introduzione di Google Analytics 4 (GA4), il calcolo della frequenza di rimbalzo è stato riformulato, ma rimane un parametro chiave per comprendere il comportamento degli utenti sul tuo sito. Puoi trovare maggiori dettagli su come Google Analytics calcola il bounce rate nella documentazione ufficiale.

Come misurare la frequenza di rimbalzo su GA4

Frequenza di rimbalzo su Google Analytics (GA4)
Frequenza di rimbalzo su Google Analytics (GA4)

Google Analytics è uno strumento gratuito di Google che ci dà la possibilità di tenere monitorato il sito web e capire quante visite riceve il sito, quali pagine vengono visualizzate e da quali canali.

Grazie a GA4 (Google Analytics 4), e strumenti di tracking simili, possiamo stabilire importanti KPI per migliorare le conversioni del nostro sito web. Uno di questi KPI è proprio la percentuale di frequenza di rimbalzo.

Per monitorare il bounce rate su GA4 abbiamo diverse opzioni:

  • Dalla home page, modifica uno dei parametri visualizzati di default e seleziona l’elemento “Frequenza di rimbalzo”. Nello screenshot sopra visualizzo che negli ultimi 7 giorni il sito web analizzato ha ricevuto la visita di 529 utenti, producendo un bounce rate del 41,1%.
  • Dalle pagine e schermate seguendo questo percorso: Report > Coinvolgimento > Pagine e schermate > Personalizza report (icona in alto a dx) > Personalizza rapporto: metriche > Aggiungi metrica: Frequenza di rimbalzo
frequenza di rimbalzo ga4
Frequenza di rimbalzo Google Analytics 4 (GA4) – Pagine e schermate

Quando monitorare il bounce rate

Secondo me, ha senso monitorare il bounce rate solo dopo aver raggiunto un numero minimo di visite giornaliere e mensili. Se il sito è nuovo o non ancora ottimizzato, i dati sul bounce rate potrebbero non essere affidabili. Per cui, prima di cercare di migliorare la frequenza di rimbalzo, assicurati che il sito riceva un traffico sufficiente per fornire dati significativi.

Qual è il bounce rate medio o ottimale?

Il bounce rate ottimale può variare in base al tipo di sito web, alla nicchia di mercato e all’intento del contenuto.

I dati qui sotto riportati sono una media stimata in base alla tipologia di sito e contenuto. Prendi questi dati con le pinse.

Percentuale di frequenza di rimbalzo in base alla tipologia del sito:

  • Landing page: 70%-90%
  • Blog: 60%-80%
  • Ecommerce: < 40%

Generalmente, le landing page che contengono pagine di iscrizione alla lista contatti, hanno un bounce rate alto perché dopo aver compilato il modulo, spesso l’utente esce dal sito proprio perché ritiene di aver concluso il suo percorso.

Il discorso cambia nettamente quando parliamo di ecommerce; infatti, nei siti in cui vengono venduti prodotti non è raro avere una percentuale di frequenza di rimbalzo bassa, anche sotto al 40%.

Nel blog, invece, il bounce rate è medio e dipende tutto dalla capacità del blogger di rendere il contenuto interessante e in linea con l’intento di ricerca, spingendo il lettore a continuare la navigazione attraverso una strategia di linking interna efficace.

Frequenza di rimbalzo troppo alta: le cause

Un bounce rate troppo alto può indicare problemi come contenuti non rilevanti, scarsa usabilità o un caricamento lento delle pagine. D’altro canto, un bounce rate basso non sempre significa che il sito stia funzionando bene, soprattutto se gli utenti non completano le azioni pianficate.

Tra le maggiori cause di un bounce rate alto troviamo:

  • Caricamento del sito molto lento
  • Pessima esperienza utente
  • Contenuti che non rispondono all’intento di ricerca
  • Contenuti vecchi e obsoleti
  • Navigazione del sito poco favorevole
  • Pop up e ads che bloccano la navigazione
  • Elementi fluttanti che infastidiscono e inibiscono la concentrazione
  • L’utente trova subito la risposta
  • Il sito non è responsive

Bounce rate alto: quando non preoccuparsi

Non sempre un bounce rate alto (vicino al 100%) è sinonimo di bassa qualità o di mancanza di interesse da parte dell’utente.

Un bounce rate alto potrebbe significare anche che l’utente è entrato nella pagina del sito, ha immediatamente trovato ciò che stava cercando (intento di ricerca soddisfatto) ed è uscito dal sito.

Quando analizziamo la percentuale del bounce rate dobbiamo ampliare la nostra panoramica. Tutte le pagine di entrata hanno un valore alto oppure soltanto alcune?

A questo punto analizziamo pagina per pagina. Verifichiamo che tipo di pagina è (es. landing page o articolo), la lunghezza del contenuto, in quale punto si trova la risposta ad una domanda specifica, ecc.

Insieme alla frequenza di rimbalzo, un altro dato importante da analizzare nelle pagine di entrata, è il tempo di permanenza. Se il contenuto della pagina è lungo e il tempo di permanenza è bassissimo (sotto i 10 s ad esempio), dovresti verificare che in above the fold ci sia tutto il necessario affinché l’utente venga stimolato a proseguire nella lettura.

Come migliorare la frequenza di rimbalzo

Per migliorare la frequenza di rimbalzo del tuo sito web ho per te dei consigli di web design e tecnici che ti permetteranno di vedere dei risultati positivi a lungo termine.

01. Contenuti rilevanti

contenuti rilevanti
Il contenuto rispetta le aspettative della ricerca

Assicurati che i contenuti delle tue pagine siano pertinenti alle aspettative degli utenti, corrispondono all’intento di ricerca e forniscono una soluzione. Se l’utente arriva da una ricerca di Google, assicurati che il contenuto coincidi con la ricerca e soddisfi le aspettative.

02. Migliora la leggibilità del testo

leggibilita testo
Esempi di prima e dopo leggibilità testo

Ti è mai capitato di entrare su un sito web perché eri interessato al contenuto proposto e poi dover uscire perché il testo non si leggeva minimamente? Assicurati che il testo abbia delle dimensioni adeguate, il font sia leggibile e che ci sia un buon contrasto tra il testo e lo sfondo.

Leggi anche: Come migliorare la leggibilità del testo

03. Aumenta la velocità sito web

velocità caricamento bounce rate
Velocità di caricamento incide sul bounce rate e la UX

Secondo Forbes “Il 40% degli utenti lascia il sito se questo impiega più di 3 secondi a caricarsi“. Una delle maggiori cause di una bassa frequenza di rimbalzo è dovuta alla velocità di caricamento del sito. Una pagina web lenta caricherà le risorse in maniera parziale e non farà in tempo a mostrare font, immagini e altre risorse presenti in above the fold. Metti in cache le pagine e ottimizza le risorse come immagini e file javascript/css richiamati in ogni pagina.

Leggi anche: Come migliorare le performance del sito

04. Correggi gli errori tecnici

pagina 404
Pagina di errore 404 – Pagina non trovata o link errato

Ad incidere sul bounce rate è un mix di fattori che includono anche gli errori tecnici come link rotti e pagine che restituiscono un errore 404. Linkare una pagina che non esiste incide pesantemente sull’esperienza utente, sulla credibilità del sito e del brand e spinge l’utente ad uscire perché non ha trovato ciò che stava cercando.

05. Riduci i pop-up

popup sito web
Prima e dopo Pop UP di un sito web

I pop-up sono utili solo se non interferiscono con la navigazione e l’esperienza utente. Poiché il banner sui cookie è già una distrazione, evita i pop-up all’ingresso del sito e -semmai – mostrali solo dopo 30 secondi o alla chiusura della scheda del browser.

06. Aggiorna i contenuti

contenuti aggiornati
Esempio di contenuti aggiornati: Screenshot vecchio di Google Analytics Universal sostituito con GA4

Mantieni i contenuti freschi e di alta qualità per garantire che siano rilevanti e utili. Contenuti datati o superficiali possono ridurre l’interesse degli utenti, mentre materiali ben curati li mantengono coinvolti. A tal porposito, potresti implementare la data di aggiornamento visibile su ogni articolo.

07. Migliora l’aspetto della linking interna

linking interna
Prima e dopo: ottimizzazione aspetto link e pulsanti per evidenziarli

Lavorare sull’ottimizzazione della linking interna è un modo efficace per ridurre la frequenza di rimbalzo. Con la linking interna ottimizzata fai in modo che l’utente continui a navigare all’interno del sito web, i tuoi contenuti devono contenere dei link e pulsanti facilmente distinguibili dal testo. Il link è sottolineato e ha un colore differente dai titoli e dal testo, mentre i pulsanti hanno un colore di contrasto e contengono dei verbi all’imperativo che spingono l’utente a compiere un’azione (es. “Scarica la guida”, “Contattami per un preventivo”).

08. Crea una thank you page

thank you page
Aspetto di una thank you page

Per ridurre il bounce rate, prova a utilizzare una thank you page. Dopo che un utente ha completato un modulo per iscriversi alla newsletter, scaricare un freebie, o contattare il professionista, imposta un redirect automatico alla Thank You Page. In questa pagina, esprimi i tuoi ringraziamenti, spiega gli step successivi e inserisci ulteriori Call To Action (inviti all’azione).

Queste sono soltanto alcune delle migliorie da apportare al sito web per migliorare la frequenza di rimbalzo e far in modo che gli utenti visitino altre pagine.

Vorresti anche tu migliorare il tuo sito web, abbassare il bounce rate e ottenere maggiori conversioni? Prenota il mio servizio di Website Audit per un’analisi del sito a 360° in maniera professionale.

Recap

Il bounce rate o frequenza di rimbalzo è un dato importante del sito web che va analizzato periodicamente.

  • La frequenza di rimbalzo indica la percentuale di sessioni in cui gli utenti non interagiscono
  • È un indicatore espresso in percentuale che va da 0 a 100% (0 positivo, 100 negativo)
  • Un bounce rate basso indica che gli utenti interagiscono con il sito e visualizzano più di una pagina
  • Per migliorare la frequenza di rimbalzo lavoriamo sull’esperienza utente (UX)
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Gloria Ingrassia

Sono una web designer specializzata nella realizzazione di siti web fatti in WordPress. Offro le mie competenze nel web design e digital marketing a professionisti e piccoli brand che desiderano creare un sito web moderno, personalizzato e disegnato attorno al proprio brand, con una strategia sostenibile nel tempo che non li costringa a creare contenuti ogni giorno.
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Gloria Ingrassia

Sono una web designer specializzata nella realizzazione di siti web fatti in WordPress. Offro le mie competenze nel web design e digital marketing a professionisti e piccoli brand che desiderano creare un sito web moderno, personalizzato e disegnato attorno al proprio brand, con una strategia sostenibile nel tempo che non li costringa a creare contenuti ogni giorno.
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