Avere un sito web live 24 ore su 24 ci permette di essere sempre presenti e disponibili per i nostri potenziali clienti in qualunque momento della giornata, senza però esserci fisicamente.
Grazie alla creazione di un sito web basato su obiettivi realistici e costruito per semplificare il nostro lavoro, possiamo utilizzare automazioni che svolgono le attività per noi, come ad esempio risposte automatiche e sequenze email personalizzate in base alle preferenze degli utenti.
Per avere un sito web sempre attivo e raggiungibile, dobbiamo trovare un modo per tenerlo sotto controllo costantemente. Utilizzeremo strumenti, per la maggior parte gratuiti, che permettono di effettuare il monitoraggio del sito web per diversi aspetti.
Cos’è il monitoraggio di un sito web
Il monitoraggio di un sito web consiste nel controllare costantemente vari aspetti del sito come la velocità di caricamento, la sicurezza, l’uptime, il comportamento degli utenti.
L’attività di monitoraggio è importante per essere certi che il sito sia sempre raggiungibile, sicuro sia dagli attacchi hacker che per gli utenti, ed efficiente per garantire buone performance e usabilità.
Grazie ad alcuni tools è possibile ricevere delle notifiche ogni qualvolta che un file del sito viene modificato o cancellato, il server non è raggiungibile, il certificato di sicurezza è scaduto. In seguito, ti mostrerò esattamente quali strumenti utilizzo per i miei progetti personali e per i siti web dei miei clienti, quali dati monitorare e perché è importante farlo con una certa regolarità.
Perché monitorare un sito
L’analisi di un sito web è un’attività che va effettuata periodicamente per garantire che il sito non solo funzioni correttamente, ma – allo stesso tempo – sia in grado di proteggere i dati contenuti al suo interno.
Per cui, se ti stai chiedendo perché è importante tenere monitorato il sito web, ecco 3 motivi:
- Impatta sulle performance del sito
Durante l’analisi del sito attraverso il mio servizio Website Audit, analizzo la velocità di caricamento delle pagine web, i Core Web Vitals di Google, e le prestazioni sui vari dispositivi compresi quelli mobile. - Garantisce la raggiungibilità del sito
Se sei un professionista e ha un sito web per la tua attività, è probabile che il tuo sito risieda in un hosting condiviso. Generalmente gli hosting ti danno una garanzia di uptime del 99,99%, ciò significa che potrebbe esserci una percentuale pari a 0,1 (equivalente a circa 52 minuti) di possibilità che il tuo sito, durante l’anno, vada down. Il downtime può essere causato anche dal sovraccarico del server, un’errata configurazione dei DNS, dagli aggiornamenti WordPress andati male, attacchi hacker, scadenza del dominio o certificato SSL. - Offre dati misurabili
Grazie al monitoraggio del comportamento degli utenti è possibile stabilire quali sono le pagine più viste del sito, quanto tempo gli utenti rimangono dentro una pagina, quali azioni vengono compiute, ecc. Questi dati ci servono per effettuare un report periodico del sito, comprendere se ci stiamo avvicinando agli obiettivi del piano di marketing e come migliorare i risultati e le conversioni.
Per un checkup completo del tuo sito effettuato sia manualmente che con strumenti professionali, guarda il mio servizio Website Audit.
Strumenti per il monitoraggio dei siti web
Ti preannuncio già che online puoi trovare decine, se non centinaia di strumenti e metodi per monitorare il tuo sito. Il mio compito oggi, con la scrittura di questo articolo, è quello di farti conoscere degli strumenti e delle pratiche 100% funzionali, semplici da utilizzare e che – soprattutto – provengono dalla mia esperienza ventennale sul web design e development.
- Google Analytics
Nella sua versione GA4, ci permette di monitorare l’andamento del sito, controllare periodicamente il comportamento degli utenti e conoscere la loro provenienza, le pagine visualizzate, i tempi di permanenza, calcolare la frequenza di rimbalzo, e tanti altri dati che possono più o meno essere importanti relativamente ai tuoi obiettivi e KPI. - SeoZoom: con l’abbonamento alla suite di SeoZoom hai la possibilità di creare un progetto da associare al tuo sito, verificare periodicamente l’andamento del posizionamento delle pagine nella SERP di Google, ed effettuare lo scansionamento delle pagine al fine di individuare errori su cui intervenire.
- Link Checker: è un plugin di WordPress che serve per monitorare i link rotti, con redirect o link non raggiungibili al momento della scansione. È un ottimo tool perché in automatico e periodicamente invia un report dei link rotti per email. All’interno del pannello WordPress potrai visualizzare quali sono le pagine che linkano i link rotti (esterni o interni) e decidere di modificarli oppure rimuovere il collegamento in un click.
- Search Console: con il tool di casa Google puoi monitorare il rendimento del sito scoprendo per quali query e per quali pagine hai ricevuto impressioni e click, il posizionamento medio di una determinata parola chiave, e tanto altro. Utilizza la Search Console anche per verificare la sicurezza del sito, inviare la sitemap a Google, controllare quali pagine sono state indicizzate e quali no.
- Hotjar e Clarify: sono due strumenti di brand diversi ma con funzionalità simili e ci permettono di monitorare graficamente il comportamento degli utenti all’interno delle pagine del sito web. Significa che saremo in grado di ottenere una schermata e anche un video che traccia i movimenti del mouse o del dito dell’utente. Ciò ci servirà per capire quali sono i punti della pagina su cui l’utente presta maggiore attenzione, se i bottoni e link vengono cliccati, se i testi vengono letti e quanto tempo impiegano in determinate posizioni della pagina. Attenzione però che con alcuni sistemi di cache attivi, questi strumenti fanno i capricci e non monitorano sempre correttamente.
- Alerts: ritorniamo in casa Google, questa volta per ricevere notifiche via email ogni volta che nuove pagine vengono introdotte nel suo indice. Inserisci il nome del tuo brand o sito web per ricevere aggiornamenti periodici.
- Google Pagespeed: un altro tool del noto motore di ricerca che questa volta ci verrà in aiuto, se così si può dire, nell’analizzare le performance della singola pagina web che sottoporremo tramite URL. Verifichiamo così se, in termini di Core Vitals, la pagina supera le metriche imposte da Google. Tra le metriche da attenzionare abbiamo First Contentful Paint, Total Blocking Time, Speed Index, Largest Contentful Paint, Cumulative Layout Shift.
- Pingdom e GTMetrix: sono strumenti che ti aiutano a monitorare le performance del sito e, in particolare, la velocità di caricamento, restituendoti un report con le risorse più pesanti e che influiscono maggioramente sulla velocità di caricamento. Inoltre, con questi tool sarai in grado di monitorare il tempo di risposta del server, dato da non sottovalutare durante l’ottimizzazione del sito web.
- Wordfence: è un plugin di WordPress, di base gratuitamente, con il quale puoi scannerizzare il sito alla ricerca di malware. Serve anche per tenere monitorato il sito e i file contenuti nel server, per verificare eventuali intrusioni, modifiche e creazione di file di cui non eri a conoscenza, presenza di virus, codice malevolo e attacchi informatici. Leggi anche come verificare la sicurezza del sito attraverso tools esterni, plugin e pratiche manuali.
- DNS Checker: un tool per verificare che i DNS si siano propagati correttamente e che il sito sia raggiungibile in tutto il mondo. Mi rendo conto di quanto questo aspetto possa essere tecnico, però se stai cambiando hosting, spostando il dominio, ecc, hai bisogno di verificare che i puntamenti funzionino correttamente.
- Bot Simulator: uno strumento da utilizzare per verificare che i bot di Google, SeoZoom, SemRush e compagnia bella abbiano realmente l’accesso al sito. Anche se il file robots.txt ne da ampiamente il permesso, potrebbero esserci dei blocchi da parte dell’hosting.
- UptimeRobot: un tool per il monitoraggio del downtime del sito. Nella versione a pagamento ti aggiorna su eventuali scadenze di SSL e dominio.
Quali dati monitorare di un sito web
Il monitoraggio di un sito web non si limita semplicemente all’utilizzo di strumentazioni che in automatico svolgo il lavoro sporco per te; l’analisi e il monitoraggio manuale, periodico, è ciò che può fare davvero la differenza.
Nella seguente lista riporto tutte le metriche e i dati da verificare:
- Uptime: la percentuale di uptime offerta dall’hosting che indica quanto tempo il sito sarà raggiungibile durante l’intero anno. Una percentuale comune è 99,9%, significa che il sito web non sarà accessibile per circa 52 minuti in tutto l’anno, generalmente succede quanto l’hosting effettua dei lavori di manutenzione dei server.
- Velocità: una pagina web dovrebbe caricarsi sotto i 3 secondi, se li supera rischi di perdere l’utente. La velocità di caricamento è uno dei fattori di ranking di Google, ergo: se il tuo sito è lento, i motori di ricerca potrebbero posizionare meglio i siti dei tuoi competitor, a parità di qualità. Erghissimo, se il tuo sito ci sta un botto a caricare, perderai traffico e quindi fatturato.
- Tempi di risposta del server: ci sono casi in cui i siti web che analizzo sono ottimizzati (caricano poche risorse, hanno attivo un sistema di cache, le pagine sono leggere), però ci stanno troppo tempo a caricare. Alcune volte il colpevole è l’hosting poco performante. Verifica sempre i tempi di risposta del server durante l’analisi e il monitoraggio del sito.
- Bounce rate: o frequenza di rimbalzo, è una metrica che indica la percentuale di visitatori che abbandonano il sito dopo aver visualizzato una sola pagina. Un bounce rate che va dall’80% al 100% dato potrebbe indicarci che gli utenti che atterrano sulle pagine del sito, non sono interessati a proseguire la navigazione per motivi di varia natura.
- Errori 404: pagine che più esistenti perché sono state cancellate, spostate sotto un altro URL, oppure semplicemente perché linkate in maniera scorretta. L’utente che atterra in una pagina 404 è un utente scontento, sta a te rimediare tramite un redirect, la riscrittura del contenuto o una pagina informativa con cui spingere l’utente ad accedere ad altri contenuti.
- Traffico: nel monitoraggio di un sito web è importante sapere quante visite riceve il sito, quali sono le pagine più viste, da quali canali arriva il traffico e da quali dispositivi accedono gli utenti.
- Iscritti: che sia un modulo di contatto o un form di iscrizione alla lista contatti, anche in questo caso è fondamentale monitorare il numero di persone che sottoscrivono un form.
- Posizionamento: importante anche verificare periodicamente il comportamento delle pagine web nelle SERP, tracciare quali pagine si sono posizionate meglio e per quali keywords.
- SSL/HTTPS: altri due dati da tenere sotto controllo sono il certificato SSL e il protocollo HTTPS. Nel primo caso bisogna assicurarsi che il certificato non sia scaduto e che venga rinnovato automaticamente nei tempi stabiliti, mentre nel secondo caso bisogna verificare che il sito sia raggiungibile tramite il protocollo HTTPS e che ci sia un redirect da HTTP a HTTPS.
- Core Vitals: sono tutte quelle metriche specifiche che ci indicano se la pagina che stiamo controllando abbia tutti i requisiti necessari secondo i dettami di Google.
- Peso: il peso della pagina in termini di MB o KB influisce sui tempi di caricamento e sulle performance, andando poi a rovintare i core vitals, tempi di permanenza dell’utente, e user experience in generale. Fai in modo che le singole pagine abbiamo un peso inferiore a 1 MB.
Questi sono tra gli aspetti che controllo durante il mio servizio Website Audit, ovvero un’analisi del sito web a 360°.
Esistono sicuramente tante altre metriche da monitorare in base agli obiettivi del sito e dei KPI impostati nel tuo piano di marketing. I dati di monitoraggio che ti ho appena elencato sono quelli indispensabili per mantenere un sito performante e raggiungibile.
- Verifica che il tuo sito sia ottimizzato
- Offri un'esperienza utente intuitiva
- Focalizzati sugli elementi che fanno la differenza