Come già scritto nella guida SEO per niente definitiva, in tutti gli articoli dove consiglio o semplicemente condivido i tool per la SEO o per la creazione di siti web, vado dritto al punto facendo l’elenco di quelli più importanti.
Potrei star qui a farti la lista dei tool SEO più grande del mondo, ma non voglio farti perdere tempo. Questa non è una gara a chi conosce più strumenti SEO. Quello che a te serve, è conoscere quali sono i software migliori per poter analizzare un sito web e creare una kewyord research soddisfacente.
Della lista degli strumenti SEO che ti proporrò qui di seguito fanno parte i tool che utilizzo periodicamente e che penso possano esserti davvero utile. All’interno della lista trovi sia strumenti SEO gratuiti che a pagamento.
Ho deciso di dividere la lista in vari argomenti in modo tale che tu possa subito trovare lo strumento giusto per il lavoro che devi fare. Alcuni degli strumenti verranno ripetuti in più argomenti.
Con la creazione di questa lista colgo l’occasione una volta per tutte di fare un po’ di ordine nei miei segnalibri dove per anni ho salvato tutti gli strumenti SEO utili all’ottimizzazione delle pagine web.
Validazione HTML
Nella mini guida SEO che ho scritto poco prima di questo articolo, ho parlato di quanto sia importante che un esperto SEO abbia delle conoscenze base di HTML o che comunque abbia supporto in tal senso dallo sviluppatore del sito web.
Uno dei problemi che spesso saltano fuori è che le pagine web non siano corrette a livello di codice. E questo può incidere con il posizionamento del sito sui motori di ricerca come Google.
Validare il codice HTML di una pagina web era una pratica molto diffusa prima dell’avvento dei page builder e di tutte quelle persone che si improvvisavano a creare un sito web con WordPress.
Lo strumento top per validare l’HTML delle pagine del tuo sito web è il validator di W3.org https://validator.w3.org
È importante distinguere gli avvertimenti dagli errori veri e propri. Gli avvertimenti (che trovi sotto la voce warning) sono più dei consigli. Per esempio uno dei warning più segnalati è l’attributo “type” all’interno del tag script, dove il validatore ti segnala che non è più necessario inserirlo.
Errori che potresti trovare sono la chiusura errata o la non chiusura di tag all’interno della sorgente HTML.
Per essere sicuro di non incorrere in questi errori, ti consiglio di affidarti ad un esperto per la realizzazione di un sito web.
Verifica DNS
Hai presente quando hai cambiato i DNS del dominio, perché magari lo hai trasferito presso un altro provider, e non capisci se i DNS sono stati puntati in modo corretto oppure sono ancora puntati verso il server vecchio?
Bene, per capire a che punto stanno i DNS puoi utilizzare questo strumento molto utile che si chiama DNS Watch https://www.dnswatch.info
Verifica nome dominio
Questo strumento l’ho inserito nella lista dei tool SEO perché potrebbe esserti utile nel momento in cui hai la necessità di conoscere la storia del dominio che desideri acquistare o che hai già acquistato.
Il software online, accessibile tramite browser, di cui sto parlando è ViewDNS e lo trovi al seguente link: https://viewdns.info/whois/
Verifica stato HTTP
Un altro stumento SEO che dovresti salvare nei preferiti è HTTP Status https://httpstatus.io/ . Con questo tool sarai in grado di conoscere lo status di una o più pagine web.
Qui sotto ti riporto una piccola lista dei codici di stato più comuni:
- 200 (OK)
- 302 (Redirect)
- 403 (Forbidden)
- 404 (Not Found)
- 500 (Internal Server error)
- 502 (Bad Gateway)
- 503 (Service Unavaible)
Una classica pagina (come la home page, un articolo, il chi siamo, ecc) è normale che restituisca il codice 200. Se invece la pagina ha un redirect, lo status sarà 302. Se digiti un url sbagliato o accedi ad una pagina non più esistente, il codice dello status sarà 404.
Per maggiori informazioni su tutti gli status e sul loro significato leggi la documentazione di Mozilla.
Questo strumento SEO, utilizzato per conoscere lo stato di una pagina, è molto utile perché ci aiuta a capire il motivo per cui una pagina non viene posizionata o, addirittura, nemmeno indicizzata su Google.
Link rotti
Durante l’analisi SEO di un sito è bene verificare l’esistenza di link rotti all’interno delle pagine. Si tratta di link che hanno un collegamento verso una pagina interna od esterna che non esiste più.
Essendo specializzata nella realizzazione di siti web in WordPress (e considerando che milioni di siti web sono costruiti con WordPress), il tool che ti andrò a segnalare è un plugin di WordPress.
Broken Link Checker può essere considerato a tutti gli effetti uno strumento SEO per l’analisi dei link rotti da installare nel tuo sito WordPress.
Con questo plugin per la SEO puoi avviare uno scan completo del database e ricevere una lista completa di tutti i link (interni ed esterni) presenti nel sito, inseriti all’interno degli articoli e delle pagine.
Nella tabella, oltre a visualizzare l’elenco completo dei link, saranno presenti altri valori come lo status, il testo ancorato e la pagina di provenienza (ovvero la pagina in cui si trova il collegamento ipertestuale).
Se per esempio lo status di un link è “404 Not Found” questo significa che quella pagina non esiste. A quel punto dovrai indagare perché la pagina non esiste più, se è stato un errore di battitura, se la pagina è stata spostata, se il sito linkato non esiste più, ecc… Così facendo sarai in grado di correggere il link.
Ricerca delle parole chiave
Lo strumento SEO per la keyword research, chiamata anche ricerca delle parole chiave, che utilizzo giornalmente è SeoZoom.
Lo menzionerò spesso all’interno di questa guida ai Tool SEO più importanti. Utilizzo SeoZoom principalmente per fare una ricerca delle parole chiave e dei competitor.
All’interno della piattaforma made in Italy la ricerca delle parole chiave può essere effettuata utilizzando vari strumenti.
- Barra di ricerca Analizza Keyword
- Keyword Infinity (stra utile per determinare le long tail)
- Suggerisci keyword articolo
Quali sono i valori più importanti a cui devi prestare più attenzione durante una keyword research? Il volume di ricerca, la difficoltà e l’opportunità della parola chiave, l’eventuale stagionalità, i risultati della SERP.
Dutante l’analisi della keyword, grazie a questo software per la SEO, puoi verificare anche la Search Intent e le keyword correlate.
Della lista dei tools SEO per la keyword research che ti posso consigliare fanno parte Ubersuggest di Neil Patel, un tool gratuito per effettuare ricerche di base ed a pagamento per ricerche più complete.
Se invece vuoi uno strumento SEO che ti restituisca (tramite un grafico od una tabella) la lista delle parole chiave associate a quella principale, dai un’occhiata ad Answer The Public.
Compressione immagini
Forse ti starai chiedendo “Ma che ci azzecca la compressione immagini con gli strumenti SEO?”.
Ebbene le immagini di ogni pagina del sito devono essere ottimizzate affinché il sito possa avere delle buone performance.
Se all’interno di una pagina inserisci un’immagine di 2 MB, questa ci metterà una vita a caricare riducendo le performance.
Dunque, durante la verifica delle performance del tuo sito, assicurati di aver ottimizzato tutte le immagini, e non mi riferisco solo al parametro “alt”.
Le immagini vanno prima di tutto ridimensionate. Non puoi caricare sul sito una foto a dimensione reale che hai appena scattato con la tua reflex! Dunque per prima cosa ridimensionala.
Subito dopo devi comprimere l’immagine facendo in modo che il peso diminuisca. Ed uno dei tool che comprime le immagini in formato .jpg e .png è TinyPNG.
Strumenti SEO per analisi performance
Esiste uno strumento online con il quale possiamo misurare le performance di un sito ed in particolare di una pagina?
Senza girarci troppo attorno, la risposta è sì. Online abbiamo diversi tool da cui possiamo attingere le nostre preziose informazioni.
Negli ultimi due anni il peso delle performance sembra essere aumentato. Tutti vogliono un sito web che si apri sotto un secondo, che pesi sotto 1 MB e con 100/100 come punteggio di PageSpeed.
Le performance di una pagina sono importanti, soprattutto se vogliamo prima di tutto che l’utente scrolli la pagina prima di scappare per la noia perché ancora la prima immagine non si è aperta. Quindi l’esperienza utente è sempre quella di cui dobbiamo tener conto.
Ma qual è il secondo motivo (per alcuni in realtà è il principale) per cui molti addetti ai lavori sono ossessionati dalle performance? Google.
Il nostro motore di ricerca preferito ha un algoritmo intelligentissimo con 2 centinaia di fattori di ranking, e nel mezzo a tutti questi c’è anche la velocità di caricamento.
Ti elencherò ben 5 strumenti SEO per monitorare le performance di un sito web. Sono quelli che tutti gli esperti SEO italiani, americani, di tutto il mondo, utilizzano ogni giorno.
Il re dei re, o per meglio dire lo tool SEO a cui tutti sembrano sbavare dietro, è il PageSpeed Insights di Google: https://developers.google.com/speed/pagespeed/insights/
Per riassumere brevemente, questo tool ti fornisce un punteggio da 0 a 100 riferito all’url che vuoi monitorare. Il punteggio è diviso in mobile e desktop, così che tu possa sempre sapere per quale dispositivo bisogna apportare dei miglioramenti. Se hai un punteggio di 0 vuol dire che devi asfaltare la pagina (e talvolta il sito completo) e rifarla da capo, mentre se hai un punteggio di 100 può significare due cose: la pagina è super ottimizzata ed hai fatto un ottimo lavoro, oppure semplicemente la pagina pesa 100 kb e ci saranno 10 righe di testo e nessuna immagine, ed in quest’ultimo caso te la stai vantando per nulla.
Il secondo tool SEO che secondo me (non ho verificato i dati) viene più utilizzato, riferito alla mia lista, è GTMetrix: https://gtmetrix.com
Ti annuncio subito che l’errore che in molti commettono utilizzando è GTMetrix è non settare correttamente il luogo da cui vuoi venga effettuato il test.
Di default questo strumento fa un test da Vancouver (Canada). Se il tuo sito si trova su un server europeo (lo è vero??? Perché se no di che stiamo parlando…) il luogo da selezionare è London (UK).
Alcuni parametri fondamentali da tenere in considerazione sono: Largest Contentful Paint, Total Blocking Time e Cumulative Layout Shift.
Un altro parametro che sembra aver avuto un gran successone ed è sulla bocca di tutti è il TTFB, ovvero quanto tempo impiega il browser a caricare il primissimo risultato.
Il tool che utilizzo per misurare il TTFB ed altri parametri utili è WebPageTest: https://www.webpagetest.org
A questo punto potresti pensare che abbiamo già tutto quello che ci serve e possiamo partire (avanti tutta!!!) con la nostra avventura nel mondo delle performance di una pagina web.
Sbagliato. Ho ancora altri due strumenti utilizzati dagli esperti SEO e soprattutto da chi deve mettere le mani in pasta nel codice delle pagine.
Il tool che utilizzo dalla notte dei tempi è Pingdom. Alcuni lo snobbano, altri non lo conosco, altri ancora non sanno che farsene. Io invece sono una di quei professionisti del web che utilizzano Pingdom per fare il check dei siti web. Trovi qui di seguito il link https://tools.pingdom.com
Come migliorare le performance di un sito in WordPress te lo dirò nella prossima puntata, però lasciami dire due parole sul tool di Pingdom e quindi sulle performance del tuo sito.
Il motivo per cui preferisco Pingdom come primo check è perché ho subito una panoramica delle performance. Se il tuo sito ha dei punteggi che fanno schifo, io nel primo grafico posso intuire subito il motivo.
Per esempio se il grado di performance è scadente ed il page size è di alcuni MB, il problema vuoi vedere che è anche quello? Oppure, hai mai fatto caso a quante richieste (files js, css, immagini) quella determinata pagina del tuo sito carica ogni volta? Bene, se hai un sito web in WordPress e la pagina carica 80/90 richieste, stai sbagliando qualcosa.
Comunque per chiudere, Pingdom ti da mostra sin da subito il tempo di caricamento della pagina. Scorrendo la pagina trovi nel dettaglio tutte le risorse che vengono scaricate per ogni load della pagina.
Uno strumento SEO avanzato per pochi eletti e prescelti, utile per misurare le performance di una pagina, è la Lighthouse che attivi su Chrome, raggiungibile dal tasto Ispeziona. Misuri le prestazioni, l’accessibilità, le best practice e tutte le stuff sulla SEO. Ti da anche tutti i parametri come First Contentful Paint, Largest Contentful Paint e quello che più ti piace.
Analisi del sito
Prendiamo il caso in cui volessimo analizzare il sito nostro oppure quello di un amico per iniziare a prenderci gusto. Lo strumento che ti consiglio di utilizzare, e di cui non ti pentirai mai nella vita (Meeeeh), è SeoZoom.
Ne ho parlato già in altri capitoli di questo articolo e ne parlerò altre 100 volte in altri articoli ad argomento SEO. Se vuoi competere nelle SERP hai bisogno di un tool in grado di fornire tutte le risposte alle tue domande:
- Per quali keywords si è posizionato questo sito?
- Per quali keywords compete questa pagina?
- Quali altri siti web trattano il mio stesso argomento?
- Ho per caso delle pagine del mio sito che stanno lottando per le stesse keywords?
- Quali parole chiave posso utilizzare per creare un articolo dell’argormento x?
Senza doverci dilugare per forza, andiamo al succo. Per fare una prima analisi SEO del sito andiamo sul nostro tool preferito, inseriamo il nome del dominio e visualizziamo una rapida panoramica su tutto l’intero dominio.
Visualizziamo intanto il percorso che ha fatto il sito durante gli ultimi mesi. Nel grafico verifichiamo se il sito ha subito dei crolli oppure ha avuto un incremento rapido oppure lineare. Se notiamo un brusco calo del traffico (volume ipotetico organico) Houston abbiamo un problema e dobbiamo andare a verificare il perché ed il per come. Un tool che ci mette a disposizione SeoZoom all’interno della sua piattaforma è la Time Machine, con quella torni indietro e sei in grado di capire quali keywords hai perso ed in quali posizioni erano in un determinato periodo.
Sempre rimanendo nella Panoramica del dominio visualizzi le migliori keywords (quelle con volume più alto e con un posizionamento migliore), le parole chiave in salita e quelle in discesa. Da qui verifichi i backlink ricevuti e quali competitor trattano gli stessi tuoi argomenti. Poi se fai la genialata di aggiungere il dominio a progetto ti semplifichi la vita e riesce a monitorare ogni cambiamento nella SERP.
Per un’analisi SEO ancora più completa possiamo utilizzare un altro famoso strumento utilizzato dai più esperti negli ultimi 10 anni, sto parlando del software Screaming Frog (eh sì, lo devi scaricare ed installare sul tuo pc o mac).
Con questo strumento SEO puoi analizzare i contenuti delle pagine del tuo sito web: meta tag, h1, h2, error code delle pagine per verificare lo stato, redirect, link rotti, ecc.
Analisi competitor
Per analizzare i competitor dal punto di vista SEO possiamo avvalerci di diversi strumenti.
Utilizziamo SeoZoom per passare a setaccio tutte le parole chiave che il nostro avversario ha utilizzato per posizionare il sito web e successivamente andiamo ad indagare con lente di ingrandimento le pagine che più ci interessano.
Se vogliamo pianificare una campagna di link building allora il tool ideale per fare questa attività è ahref.com: https://ahrefs.com . Costa un botto (hai una prova gratuita di 7 giorni da sfruttare fino all’ultimo goccia di secondo), però hai tutti i link persi e nuovi di un sito.
E tra te e te potresti chiederti: Che mi importa di quanti e quali link ha il mio competitor?
La risposta semplice è che se vuoi anche tu migliorare le posizioni di alcune pagine del tuo sito, e pensi di farlo anche con la tecnica della link building, vorrai sapere quanti link il tuo rivale si sta comprando (OOOPS) guadagnando e con quanta frequenza, così da potergli stare dietro?
Strumenti SEO di Google
La verità è una e soltanto una: se sapessi utilizzare gli strumenti SEO di Google (proprio quelli di sua proprietà) saresti già a cavallo.
Lo strumento SEO di Google d’eccellenza è la Search Console che trovi al seguente link: https://search.google.com/search-console
È free, puoi accedere aggratis senza alcun abbonamento. Ti serve per monitorare l’andamento del sito, capire quali parole chiave sono state posizionate ed in quale pagine dei risultati di ricerca. Utilissimo per aggiornare Google sugli ultimi URL che hai pubblicato (andando a segnalare la sitemap XML del sito).
Un altro tool che viene installato ormai in tutti i siti web è Google Analytics e ti serve per monitorare le statistiche di un sito web. Oltre a verificare il numero di visitatori che periodicamente accedono al sito, dal punto di vista SEO è molto importante per capire quali pagine vengono visitate, quanto tempo l’utente rimane all’interno.
Ti faccio un esempio: in un sito di musica ho notato che una pagina in particolare riceveva un buon numero di visite mensili. Questa pagina però non esisteva più e le visite arrivavano sicuramente da un link referral, probabilmente all’interno del sito stesso.
Uno strumento che ci aiuta indirettamente con la SEO è il PageSpeed Insights di cui ho già parlato alcuni paragrafi fa al punto Strumenti SEO per analisi performance.
Invece la keyword planner di Google Ads è uno strumento utilizzato già dagli albori quando non esistevano ancora tutti questi tool. Lo scopo ultimo sarebbe quello di intercettare delle parole chiave da utilizzare per creare campagne pubblicitarie, ma nulla ci vieta di fare una ricerca delle keywords e dei relativi volumi per creare il contenuto di un sito web. https://ads.google.com/aw/keywordplanner
Strumenti per contenuti duplicati
Spesso per la scrittura dei testi ci affidiamo ad alcuni copywriter. Se si tratta di un professionista sicuramente farà un buon lavoro, ma nel caso in cui fosse alle prime armi, o semplicemente fosse un pochino furby, allora potremmo avere dei testi con contenuti duplicati.
Avremo dunque bisogno di un tool per la verifica dei contenuti duplicati che faccia il lavoro sporco per noi. Lo strumento che utilizzo ormai da un decennio è il rilevatore di plagio di SmallSeoTools: https://smallseotools.com/it/plagiarism-checker/
Se invece vuoi verificare manualmente che il contenuto testuale del tuo sito non sia stato copiato parzialmente da altri siti competitor, allora potrai sempre affidarti alla ricerca su Google. In pratica copi una o più frasi random ed effettui una ricerca su Google.
La verifica del contenuti duplicato/copiato non ti serve solo a stanare i copiatori seriali. Può capitare che il contenuto (anche parziale) di una pagina sia uguale a quello di un’altra pagina sempre appartenente al tuo stesso sito.
Questo può capitare per svariati motivi (per esempio i riassunti sotto ogni post all’interno delle categorie) oppure perché l’argomento è simile. A questo punto il tool online che fa al caso nostro è CopyScape: https://www.copyscape.com
Verifica DA e PA di un sito
Molti forse non conosco i valori DA e PA e non ne hanno mai sentito parlare. Questi due termini restituiscono dei valori numerici e vengono utilizzati per verificare l’autorità del dominio (DA) e l’autorità della pagina (PA).
Questi valori, insieme aa altri (per esempio la ZA = Zoom Authority di SeoZoom), vengono spesso utilizzati nella compravendita di guest post (uno dei metodi utilizzati nella link building).
Per verificare la DA e la PA eistono diversi tool, quello che utilizzo maggiormente è questo: https://www.seoreviewtools.com/bulk-seomoz-authority-checker/
Redirect di un URL
Hai presente quanti potenziali clienti potresti perdere qualora nel tuo sito non fossero più presenti delle pagine?
Può capitare, specialmente quando abbiamo un blog con centinaia di articoli, di accorgersi dopo tanto tempo di ricevere delle visite in pagine inesistenti. Queste pagine daranno un errore 404 che sta proprio ad indicare che la pagine non esiste più o che comunque non è mai esistita.
Se per esempio hai modificato l’URL della pagina incriminata, dovrai prontamente effettuare un redirect dalla vecchia alla nuova pagina. In questo modo l’utente non si accorgerà di nulla e si ritroverà all’interno della nuova pagina pronto a consumare il suo contenuto, ed inoltre Google capirà che la pagina è stata spostata ed indicizzerà la nuova pagina la posto di quella vecchia.
Lo strumento SEO per il redirect degli URL che utilizzo sui vari siti web fatti in WordPress è SEO Redirection: https://it.wordpress.org/plugins/seo-redirection/ Lo trovi nella repository gratuita di WordPress.
Conclusione
In questo articolo abbiamo visto come è possibile migliorare un sito web grazie all’utilizzo di alcuni strumenti per la SEO. Dalla ricerca delle parole chiave per creare il contenuto del sito al miglioramento del sito stesso dal punto di vista delle performance.
Quasi tutti i tool SEO che ho elencato all’interno di questa pagina sono gratuiti. Basta solo avere pazienza di aspettare e di effettuare tutti i test possibili. Perché nella SEO i risultati non sono immediati e soprattutto quello che può andare bene per un sito non è detto che andrà bene anche per un altro.